Canzonetta CXCVIII
A J.K.H. e F.M.D.
Ardente melanconia di core,
nelle ore, vòle e pur disvòle
e, nell’ore, molle ‘l cor impegna;
essaminando l’anima, non sòle
scrutar le rare luci ma, le segna,
sol ombre che ricopron il dolore.
E, in sì misera trappa, si disegna
un sol tratto d’un solo colore
e assai più vòte appaion le parole
se ne la mente venno a far romòre,
avvolte d’un buio che prova, vòle,
da la seconda morte aver consegna.
- È ch’oggi ‘ntra le chiese
non trovi altari,
sacrificar non miri:
scuro secol n’attese,
figlio, è de’ falsari
‘l tempo de’ deliri.
- E l’anime inquiete, padre?
- Rifuggon il fetore di sottèrra.
N’ho incontrate,
ma sanz’occhi
devote ‘n guerra,
anime pittate
che non tocchi.
N’ho scordate,
tutto copra ‘l cappuccio for che l’occhi.
Buscador de rimas 03/11/a.D. 2024
Immagine: realizzazione grafica di James Groleau: "Basra" (particolare).
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