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Poco di meglio del sol d'inverno

Poco di meglio del sol d'inverno pe' rinfrancar i gusci pure stanchi,

danzerebber fandango, sì discerno,

che sonar ponno sol 'i svelti fianchi: van retro a' moto di chi mai fue motore

ma unicamente nacchera d'amore.


Ritmo di cor, de l'anima, de l'onde,

le mani move e 'l padre*, ch'è clemente,

otra pasión no jugne né confonde

li spirti con tratto 'vanescente: ostili al mondo sì, per concezione,

ma intr' ad esso a nostra salvazione.


Strugge 'l dolor altrui, maxime 'l nostro

che ci confonde spesso e ci consuma,

strugge 'l saver ch'anco 'l più fero rostro v'è chiglia sì fatal che mai frantuma:

è che l'amor uman semper non dura

pur se costante, è amor sol di creatura.


Strugge la vita, ma se sua fine n'àncora

a lo porto, ad altre pure l'occhi rivolgiamo

et altre ancor restan 'n ispesso fòcora

anco s'a tergo ben le riponiamo: càngiali 'n freschi utensìli per via,

nacchere d'oro non serro ne la stìa.


O canzonetta, sei tu di poca stanza

ma per i gentil cor sii tu pietanza. Buscador de rimas 03/02/a.D. 2024


Dipinto di Fabian Pèrez: "Ballerina di flamenco" (particolare).


*Padre Antonio Soler, fu un ecclesiastico, compositore e musicista spagnolo del '700.




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