top of page

Ne l'aria stupefatta di cobalto

Ne l'aria stupefatta di cobalto

le penne usate graffiano la carta,

incidon per dipingere l'assenza

epigrafi qual turbini di pioggia

che di novembre par justa compagna.


Vera la notte attorno, e de l'impresa

- sol uno sostenendo la battaglia -

nella memoria non pareva traccia,

come di neve in lieta primavera

ch'a l'oro della spiga dà speranza.


"A chi parlar al mondo?" la domanda,

a chi canto d'augel ch'attende l'alba

se della sorte sua nulla si cura

come se 'l canto solo verbo fosse

da' musici amato al tepor della tenda?


Ma s'a brillare è lume in notte

oscura o stella viva ch'in mare

non si squaglia, lo 'nchiostro

nuovo, nuova penna face,

novo è 'l calor di foco in claritate.*


Buscador de rimas 29/11/a.D. 2025 Dipinto di Melanie McCollin-Walker. Note: Sol uno è una citazione da Inf. II, 3; l'ultimo verso, invece, deve tutto a un'espressione tratta del verso 10 della canzone "Al cor gentile rempaira sempre amore" di Guido Guinizelli: come calore in clarità di foco.

ree

Commenti


©2022 di Buscador de rimas. Creato con Wix.com

bottom of page