Mescendo con le mie le proprie acque,
conven chiudere gl’occhi per aprirli
a ché ‘l periglio, che già non dispiacque,
luce dia sui sentier per discovrirli
e pur se ‘l sol anco quel dì si tacque
leti fiano i pensier e ‘l come dirli
onde la corsa fianco a la riviera
leggiera fia al fresco de la sera.
Destrieri alati, capricciose fonti,
soavi allori, spirti verdi e folti,
ninfe de’ boschi, fior che più non conti
mazzi già fan dal bel disio raccolti
ov’è Merlin che in colorati ponti
li muta, patto che scura serbi la via di molti.
Ma tu, che l’àncora levasti a la mia ora,
certo correr vorrai, correre ancòra
e quando e dove narrare non saprei,
ché ‘l rivo bagna sempre nove sponde,
né so di certo se i sentieri miei
co’ i tuoi, sarian canal per jà domate onde
o, 'n vece, stormo pittato da gli dèi
del cui voler a l’om non si risponde;
in tanto, traversiam la maraviglia
ché ‘l mare non contiene la conchiglia. Buscador de rimas 15/06/a.D. 2023 Dipinto di Edward Burn-Jones: "La seduzione di Merlino".
thanks, i enjoyed it. nice when looking for the secret of the poet