E non v’è lampa ch’illumini partita

E non v’è lampa ch’illumini partita

che lustro poria recar a’ mente nostra

né v’è lucerna che la vista aita

tal che la notte a lei più non si mostra;

chi crede fine non fia ‘n codesta vita

alle burrasche ree tosto si prostra,

se d’esse omai la signoria è conquista,

la vita è morte e cieca è ognor la pista.

Giorni presenti da vanitate instrutti,

ov’è scudier con l’arme apparecchiate?

ov’è la Chiesa ch’ai cavalieri tutti

di guerra ha le bandiere consegnate?

È ‘l guasto in tondo, naufraghi tra i flutti

e ancor v’è chi la dice societate...

ma è vòto ‘l tempo, vòte son le ore

et homo, ch’è già sol ben pria che mòre.

Laidi signori de lo etterno inverno,

voi che poneste in tron li mercatanti,

bestemmiatori del glorïoso Terno

eunuchi, ché de l’altrui mutilazion festanti;

non serve un’arca, vi basti una caracca!

ché ver lo scoglio jà la tetrera è fracca. Buscador de rimas 27/06/a.D. 2023 Dipinto di Vittorio Corona: "Tedoforo".