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Del declinare

A Giuseppe Ungaretti*


Può esservi poesia nel declinare

che non sia malinconico vegliare

e muto terminar di viaggiare,

o è che ‘l declin ha per musica il silenzio

a cercare le forme nei secoli più adatto?


Cammini, niuno a fianco aspetti

de’ campi deserti di frutti ti diletti,

solo a la mente, a tratti, permetti

d’inframmezzar frammenti di ricordi

che, traditi, il tatto deludono freddi.


Procura il declinar d’abbellire

di quell’autunnale imbrunire

che color di rosa osa vestire

e, a sera, indosso la tela leggera di maggio,

tuo mesto novembre l’illumini un raggio. Buscador de rimas 07/05/a.D. 2025


* I "prestiti" da Ungaretti sono relativi in particolare ai "Cori descrittivi di stati d'animo di Didone" (parte de "La Terra Promessa"), canti VII e X, e, più in generale, agli stessi "Cori" e a "La Terra Promessa" nel suo insieme.

Immagine: primo piano fotografico di Giuseppe Ungaretti reperito in rete.



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