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Rapsodie del carretto - canto VI


VI Carrettiere. Enea. Coro.

Tre Soli interi senza luce errammo;

tre notti senza stelle. Il quarto giorno 1 

 l'antiqui versi fèro ne la mente esordio,

e a l’aria d’un veròn sortiva un poco

5 quel carrettier ch’in cor locava foco,

disiata frescura a Dio implorando:


 Carrettiere

Me misero, non merito di nulla

e nulla ho avuto in loco,

come levar vorria d’ora

10 in avante, lontan e più

distante, tale splendor malato

 ch’a la seconda morte non mi scampa!


Sperava il pellegrin e la speranza,

ch’a fede sempre insieme si conduce,

15 a l’occhi offrì ‘l lenzòl al giovinetto

sfuggito, leggero e dalle nuvole calante:

parea tappeto che le fiabe d’Oriente

narran de’ nembi e de l’aria parente

ch'attendere parea quel passeggere,

20 que' che ‘l carro franando avea perduto,

sindone di povero tessuto, ora,

 un’ala pronta al ciel era davvero.


 E in lieve volo plana a mezzogiorno

e quelle fosche luci abbandona,

 25 inebriato dal librar nell’aere,

dimentico di quelle chiuse stanze,

 splendide di buio luccicante.

Neve de le montagne, tepor de le piagge

chiari declivi, oscure spelonche

30 marine e campi di zàffìro e d’oro,

grato, gradito guardo carezza,

 mòre ‘l miraggio vèn d’oasi la brezza.


Ma a terra già chiama un sentiero

che a Iliòn, giunto a lo termine conduce:

35 fuggon le navi teucre con doglia

straziante, il fraudolento Ulisse

fu nel buio profondo trionfante. E su l’eroe che padre e figlio mena seco

 con sé la patria e degli dèi  le reliquie,

 40 il pensier d’una morte invidiata

 al fratello in battaglia s’affligge,

 per man d’un Aiace o de l’ibrido Achille.


Enea

- Spirti malvagi i cieli attraversando

di vento e d’acque non mi traggon fora

 45 e quinci e quindi convien resti velato

  con la fronte serena ‘l cor doglioso,

sì non più a Dido a ninfe e a dolce crine

miranti, né a pensier d’una sera di cantina,

ma i versi a padre e figlio soltanto

 50 ogne flauto d’Esperia rimandi,

del poeta che eletto fu a maestro

da lo spezïale nel canto perfetto.


Coro

E mentre fra le cure d’Enea lo conduce

 (qui Domineddio ringraziando)

 il gir della spiral c’ha ‘l ere in reggimento,

55 quei ch’un carretto cigolante un dì portava,

ora su telo prezïoso librando, in fin,

a pietra attesa, vorrà governare la cetra?


Onesta pietà è per l’aedo la stilla d’amore

ch’a porto felice destina pur canto

60 perduto, e a’ padri essa in primo compete;

clemente chi fin qui s’è visto

 e più chi anco in fin vederete. Buscador de rimas 24/05/a.D. 2025


1 (Eneide III, 345-346)

2 (Eneide I, 342-343) Affresco di Giovanni Battista Tiepolo: "Mercurio rimprovera Enea e lo esorta a lasciare Cartagine".








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